Autore: Flavio Petricca, AI generativa

Tag: Essenziale

Livello: Base

Parole chiave: sviluppo sostenibile / principio legale / pilastri dello sviluppo sostenibile

Che cos’è lo Sviluppo Sostenibile?

Lo sviluppo sostenibile è un concetto che si riferisce a un modello di sviluppo economico che cerca di soddisfare le esigenze delle generazioni presenti senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare le proprie esigenze.

Lo sviluppo sostenibile è “lo sviluppo che è in grado di soddisfare i bisogni delle generazioni attuali senza compromettere la possibilità che le generazioni future riescano a soddisfare i propri”

Gro Harlem Brundtland, 1987

Lo sviluppo sostenibile si basa su tre pilastri: l’ambiente, l’economia e la società ed ha come obiettivo di trovare un equilibrio tra questi pilastri.  Il fine è di preservare l’ambiente naturale, garantire una crescita economica sostenibile e garantire il benessere sociale.

Per raggiungere questi obiettivi è importante la collaborazione di tutti i settori della società dai governi alle imprese fino ai singoli individui.

Alcuni esempi di pratiche sostenibili sono l’uso di energie rinnovabili, l’agricoltura sostenibile, la conservazione delle risorse naturali, la gestione dei rifiuti, la promozione dell’equità sociale e la protezione dei diritti umani.

I 3 pilastri dello sviluppo sostenibile

Lo sviluppo sostenibile si basa sui tre pilastri che sono l’ambiente, l’economia e la società.

Il pilastro ambientale

Il pilastro ambientale si riferisce alla conservazione e alla gestione sostenibile delle risorse naturali, alla prevenzione dell’inquinamento e alla protezione della biodiversità.

Una delle principali sfide è la pressione esercitata dall’attività umana sulle risorse naturali del pianeta. L’estrazione e l’utilizzo di risorse come combustibili fossili, acqua, suolo e legname causa un impatto negativo sull’ambiente naturale. Inoltre, l’inquinamento dell’aria, dell’acqua e del suolo sta causando danni alla salute umana e alla biodiversità. Per affrontare queste sfide, lo sviluppo sostenibile promuove l’uso di fonti di energia rinnovabile, ridurre l’uso di combustibili fossili, proteggere le risorse idriche e forestali, e adottare pratiche agricole sostenibili, infine, una gestione consapevole dei rifiuti.

Un’altra importante sfida ambientale è rappresentata dal cambiamento climatico che è causato in gran parte dalle emissioni di gas serra. In questo caso lo sviluppo sostenibile promuove l’adozione di tecnologie a basse emissioni di carbonio, l’uso di fonti di energia rinnovabile e l’adozione di politiche energetiche che incentivino la riduzione delle emissioni di gas serra.

Infine, la protezione della biodiversità è importante per la conservazione degli habitat naturali e la promozione di pratiche sostenibili nell’uso delle risorse naturali.

Il pilastro economico

Il pilastro economico si riferisce alla promozione di un’economia sia efficiente e che crei valore per l’ambiente e la società nel lungo termine.

Per raggiungere questo obiettivo, lo sviluppo sostenibile richiede l’adozione di politiche economiche e sociali che promuovano la giustizia economica, la riduzione delle disuguaglianze, la creazione di lavoro dignitoso e la riduzione della povertà.

Inoltre, l’economia sostenibile deve essere in grado di funzionare all’interno dei limiti ecologici del pianeta, promuovendo l’uso efficiente delle risorse naturali e la riduzione dell’impatto ambientale. Ciò significa promuovere l’adozione di tecnologie a basso impatto ambientale, incentivare l’uso di fonti di energia rinnovabile e incoraggiare l’adozione di pratiche sostenibili nelle attività produttive. Un altro importante aspetto è la promozione del commercio equo e solidale, che mira a garantire che i produttori dei paesi in via di sviluppo ricevano un prezzo giusto per i loro prodotti, migliorando così le loro condizioni di vita e di lavoro.

Il pilastro sociale

Il pilastro sociale si riferisce alla promozione del benessere sociale e della giustizia sociale, garantendo che tutti gli individui abbiano accesso a risorse e opportunità equamente distribuite.

Questo richiede l’eliminazione delle disuguaglianze sociali ed economiche, l’accesso universale ai servizi di base come l’istruzione, la salute e l’acqua potabile, la promozione della partecipazione attiva della società civile e la tutela dei diritti umani fondamentali.

Inoltre, lo sviluppo sostenibile richiede la promozione della diversità culturale e della parità di genere, garantendo che le donne e gli uomini abbiano gli stessi diritti e opportunità in ogni aspetto della vita.

La promozione della giustizia sociale e della solidarietà è un altro aspetto fondamentale del pilastro sociale dello sviluppo sostenibile. Ciò richiede la promozione di politiche sociali che garantiscano la protezione sociale per tutti, compresi i gruppi più vulnerabili come i bambini, gli anziani, i disabili e i poveri.

Infine, il pilastro sociale dello sviluppo sostenibile richiede la promozione della pace, della sicurezza e della giustizia, garantendo che le persone possano vivere in un ambiente sicuro e protetto, libero dalla violenza, dalla discriminazione e dalle ingiustizie.

La storia dello sviluppo sostenibile

Ora vedremo come si è arrivati al concetto di sviluppo sostenibile come lo intendiamo oggi.

1962- La pubblicazione del libro “Silent Spring” (Primavera silenziosa) da parte della biologa marina Rachel Carson, ha messo in evidenza i pericoli dei pesticidi per la salute umana e l’ambiente. Il libro ha contribuito a far nascere un crescente movimento ambientalista.

1972- La Conferenza delle Nazioni Unite sull’ambiente umano a Stoccolma è stata la prima grande conferenza internazionale sul tema dell’ambiente. Il risultato della conferenza è la creazione del Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (UNEP) che ha stimolato la nascita di movimenti ambientalisti in tutto il mondo.

1972- La pubblicazione del rapporto “Limits to Growth” (I limiti dello sviluppo) ha evidenziato i limiti fisici del pianeta e la necessità di adottare un approccio sostenibile allo sviluppo.

1983- La creazione della Commissione mondiale sull’ambiente e lo sviluppo dell’ONU ha portato alla pubblicazione del rapporto “Our Common Future” (Il nostro futuro comune) nel 1987, che ha definito il concetto di sviluppo sostenibile.

1992- La Conferenza delle Nazioni Unite sullo sviluppo sostenibile a Rio de Janeiro, nota come “Rio Earth Summit”, ha portato all’adozione della Dichiarazione di Rio sull’ambiente e lo sviluppo e dell’Agenda 21, un piano d’azione per lo sviluppo sostenibile.

2002- La Conferenza delle Nazioni Unite sullo sviluppo sostenibile a Johannesburg, nota come “Rio+10”, ha valutato i progressi compiuti dopo la conferenza di Rio e ha portato all’adozione del Piano d’azione di Johannesburg.

2015- L’adozione degli Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’ONU (SDG), che definiscono 17 obiettivi specifici per promuovere lo sviluppo sostenibile entro il 2030.

Sviluppo sostenibile come principio legale

Il concetto di sviluppo sostenibile è stato riconosciuto a livello internazionale come un principio guida per la gestione delle risorse naturali e dell’ambiente, ed è stato integrato in molte leggi e regolamenti ambientali a livello nazionale e internazionale.

In particolare, è stato formalmente adottato dalla comunità internazionale durante la Conferenza delle Nazioni Unite sull’ambiente e lo sviluppo a Rio de Janeiro nel 1992. Nella conferenza si afferma che:

“l’essere umano ha il diritto fondamentale alla libertà, all’uguaglianza e a condizioni di vita soddisfacenti, in un ambiente il cui livello di qualità gli consenta di condurre una vita dignitosa e piena di significato”.

Inoltre, la Dichiarazione riconosce che:

“gli Stati hanno il diritto sovrano di sfruttare le proprie risorse in conformità con le proprie politiche ambientali e di sviluppo e la responsabilità di garantire che le attività svolte entro la loro giurisdizione o controllo non causino danni all’ambiente di altri Stati o di aree al di fuori della giurisdizione nazionale”.

Dopo la conferenza, molti Paesi hanno integrato il principio di sviluppo sostenibile nei loro ordinamenti giuridici.

Ad esempio, la Costituzione italiana, nel suo articolo 9, sancisce che:

“la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana”.

Inoltre, l’articolo 41 stabilisce che:

“l’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana”.

In campo internazionale, il principio di sviluppo sostenibile è stato ulteriormente consolidato con l’adozione dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile durante l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel settembre 2015. L’Agenda 2030 è un piano d’azione globale per porre fine alla povertà, proteggere il pianeta e garantire la prosperità per tutti. L’Agenda include 17 obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs), che coprono una vasta gamma di questioni, tra cui la povertà, l’istruzione, la salute, la disuguaglianza, il cambiamento climatico e la conservazione della biodiversità.

Il principio di sviluppo sostenibile è anche presente in numerosi trattati internazionali, come la Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC), la Convenzione sulla diversità biologica (CBD) e la Convenzione delle Nazioni Unite sulla desertificazione (UNCCD). Questi accordi riconoscono l’importanza di un approccio integrato allo sviluppo sostenibile e stabiliscono obiettivi e azioni specifiche per affrontare le sfide ambientali globali.

Esempi di leggi sullo sviluppo sostenibile

Esistono molti esempi di leggi e regolamenti a livello nazionale e internazionale che incorporano il principio di sviluppo sostenibile. Qui riporto solo alcuni esempi di leggi che sono vigori in alcuni nazione:

  • Legge quadro sull’acqua – Italia: Questa legge, approvata nel 1992, è finalizzata alla protezione e gestione delle risorse idriche, nel rispetto dei principi di sviluppo sostenibile.
  • Legge nazionale sul cambiamento climatico – Messico: Questa legge, adottata nel 2012, stabilisce obiettivi nazionali per la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra e la promozione dell’uso di fonti di energia rinnovabile.
  • Energy Policy Act – Stati Uniti: Questa legge, approvata nel 2005, promuove lo sviluppo di fonti di energia rinnovabile e di tecnologie per la conservazione dell’energia.
  • Legge sulle energie rinnovabili – Germania: Questa legge, adottata nel 2000 e aggiornata nel 2017, stabilisce obiettivi nazionali per l’uso di fonti di energia rinnovabile e prevede incentivi per la produzione di energia rinnovabile.
  • Direttiva quadro sulle acque – Unione Europea: Questa direttiva, adottata nel 2000, stabilisce un quadro comune per la protezione e gestione delle acque nell’Unione Europea.
  • Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile – Nazioni Unite: Questa agenda, adottata nel 2015, stabilisce 17 obiettivi di sviluppo sostenibile a livello globale, tra cui l’eliminazione della povertà, la protezione del pianeta e la promozione della pace e della giustizia.

Chiaramente non possibile fare un’ elenco completo di ogni legge ma questo semplice elenco vuole far notare che il pricipio di sviluppo sostenibile è utilizzato in molte nazioni ed è in continua evoluzione, poiché sempre più paesi e organizzazioni si impegnano a promuoverlo sia a livello locale che globale.

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